Carate Brianza – Sabato 9 aprile, in Villa Cusani, via Caprotti 7, ha avuto l’inaugurazione della mostra “Dalla Brianza al mondo”, dedicata allo scrittore Eugenio Corti e sostenuta dalle fondazioni Costruiamo il fuituro e Il Cavallo Rosso. Sono intervenuti: l’on. Renato Farina, presidente del Comitato d’ onore della mostra; Giuliana Colombo, assessore all’Istruzione Provincia Monza e Brianza; Marco Pipino, sindaco di Carate Brianza; don Giampiero Magni, prevosto di Carate.

Trenta pannelli per raccontare la vita di Eugenio Corti. In parallelo col racconto del suo best seller, Il cavallo rosso, la mostra in visione per una settimana a Villa Cusani, via Caprotti 7, a Carate Brianza, espone le vicende dello scrittore besanese candidato al premio oscar per la letteratura. Gli anni dal ’40 al ’74: dalla seconda guerra mondiale alla ricostruzione, dal boom economico alla rivoluzione del constume e della mentalità portata dal benessere. Da dove nasce questa mostra e perchè?

Lo abbiamo chiesto al curatore, il monzese Andrea Sciffo, 41 anni, docente al liceo Don gnocchi di Carate Brianza, studioso e scrittore. «E’ stato uno sviluppo della mostra che ho fatto con alcuni studenti del Don Gnocchi in occasione dell’open day della scuola, a dicembre. Abbiamo voluto approfondire la genesi della vocazione alla scrittura di Eugenio Corti: siamo partiti da quella promessa che lui fece alla Madonna del bosco in quei 28 giorni, in Russia. Lui ventunenne, scaraventato nell’inferno della guerra, ogni giorno a tu per tu con la morte, a 40 gradi sotto zero, circondato e attaccato dai russi, disse alla Madonna che se si fosse salvato avrebbe dedicato la sua opera alla realizzazione del regno di Dio».

Da lì i trenta pannelli che raccontano la vita dello scrittore novantenne besanese in parallelo col racconto de Il cavallo rosso, un’epopea di famiglia che attraversa quattro decenni: dal 1940 al 1976. Si comincia dalla guerra, la ritirata di Russia, si arriva alla ricostruzione; si giunge all’età del benessere e al conseguente affermarsi di una mentalità che mette in crisi la tradizione.
“Eppure — dice Sciffo — fu proprio quella tradizione che educò i giovani protagonisti del romanzo Il cavallo rosso e che permise loro di affrontare, ventenni, atrocità incredibili e di conservare la forza per andare oltre. E snocciola i quattro punti salienti della mostra, ciò che emerge dalla scrittura di Corti. Il primo: un modo non cinico di guardare alla guerra, frutto di un disequilibrio che alberga nel cuore dell’uomo, l’uomo che sceglie deliberatamente il male; il secondo: la scoperta dell’altro, la considerazione che anche il nemico è un essere umano; la terza: la tenuta dei ragazzi della classe ’21, che superano la guerra perchè hanno ricevuto un’educazione cristiana, la stessa documentata nei punti uno e due; il quarto: l’avvento di una economia del benessere che si accompagna all’affermarsi di ideologie, marxista e individualista.”

“Vorrei fare una sottolineatura — aggiunge Sciffo — la mostra si chiude con un cartellone che riporta una scritta che compariva a metà anni ’70 sui muri di viale Cesare Battisti a Monza ( e che è citata nel Cavallo rosso) e che dice: ‘Ricordati che Dio ti ama’. Ebbene vogliamo dire che la mostra finisce, ma rimane aperta la certezza che la fede può raccogliere la sfida della modernità. Come cristiani siamo parte del mondo e abbiamo da dire la nostra.”

L’esposizione presenta materiale fotografico inedito, quali, ad esempio, il matrimonio di Eugenio Corti con Vanda celebrato dall’amico don Carlo Gnocchi, il papà dei mutilatini; le sagome nere nella neve di Russia, poveri alpini in ritirata; la Brianza che lavora negli anni ’50.
La sottolineatura finale riguarda un paragone letterario. “Abbiamo svolto nella mostra un parallelismo tra l’opera di Corti e quella di Solzenicyn. Abbiamo regalato ai figli del grande scrittore russo dissidente copie in inglese e francese de Il cavallo rosso. Aspettiamo che siano loro a dirci se il nostro paragone è un azzardo o risponde al vero”.

La mostra sarà aperta al pubblico dal 10 al 17 aprile. L’ingresso è gratuito ed è possibile prenotare visite guidate (telefono 0395969259; www.costruiamoilfuturo.it). Gli orari di apertura sono i seguenti: 9.30-13.30/ 15-18. Mercoledì 13 aprile, alla 21, presso la sala riunione della BCC di via Silvio Pellic, a Carate, si terrà una serata di approfondimenti con lettura di brani di Eugenio Corti accompagnata dai canti di un coro alpino.

Antonello Sanvito
a.sanvito
Il Cittadino Di Monza e Brianza